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Libri Cristiani


Il Risveglio Pentecostale
in Italia


di Roberto Bracco




Questo lavoro è stato tratto dal sito della "Comunità Evangelica Pentecostale" dell'"Assemblea Cristiana Evangelica Chiesa ALFA e OMEGA" all'indirizzo web:
http://www.chiesadiroma.it/index.htm alla pagina interna: http://www.chiesadiroma.it/RBracco/Libri_varie/risveglio.htm




Capitolo 8: Falsi fondamenti






1. Introduzione

2. La Religione

3. La Chiesa

4. L'ascetismo

5. Riti e precetti

6. Mediazioni

7. Osservanza dei Comandamenti

8. Preghiera e lettura della Bibbia

9. Preghiera per i defunti

10. Fare meglio che si puó



1. Introduzione

In Deuteronomio 30:15 è scritto: «Io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male». E ancora: «Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie (Deuteronomio 30:19).

La Bibbia indica chiaramente quali siano i veri o i falsi fondamenti della nostra salvezza.

Esaminiamoli attentamente.

Gli uomini hanno la persuasione di poter acquistare il diritto d’ingresso nel Regno di Dio per mezzo delle loro opere, e di false istituzioni. L’inganno è molto comune e noi dobbiamo esaminarci attentamente per vedere in che cosa speriamo, per sapere su quale fondamento si basa la nostra vita spirituale.

Qui voglio indicare i falsi fondamenti della salvezza, quei fondamenti sui quali molti posano tranquilli i loro piedi. Vorrei che anche tu non restassi ingannato.

2. La Religione

Che cos'è la religione? Non chiedo la definizione della parola "religione": voglio sapere che cosa intendiamo quando affermiamo che una persona è religiosa.

Per tutti la persona religiosa è quella che è stata battezzata, che frequenta i culti, che prende parte alla Santa Cena, che fa le sue elemosine con regolarità e così di seguito.

Come vediamo, il giudizio su questa persona è basato su quello che fa; dunque per religione intendiamo qualche cosa compiuta dall'uomo.

Se esaminiamo attentamente il Nuovo Testamento, troviamo solo cinque volte la parola "religione" e in quattro di queste viene usata in senso non buono.

Mai ha il significato di salvezza; mai viene considerata come sinonimo di salvezza spirituale.

Le religioni cosiddette cristiane non hanno maggiore potenza salvatrice di quanta ne può avere il buddismo o l’islamismo.
Esse sono una cosa morta, fredda e senza efficacia spirituale; anzi, per molti costituiscono una vera maledizione e forse anche il più grave e pericoloso inganno di Satana.

In queste "religioni cristiane" migliaia e milioni di uomini (cattolici, ortodossi, protestanti) hanno riposto la speranza della loro salvezza.

Ma la religione cristiana senza Cristo non è che un corpo senza vita; potrebbe raffigurarsi ad una statua di marmo; essa ha tutta l'apparenza dell'uomo, ma non è un uomo, è priva di vita.

Hai mai pensato che sia possibile essere cristiano, cioè convertito senza essere ancora rigenerato? Anzi, se debbo dire quello che penso, moltissimi convertiti non arriveranno mai in cielo.

Perché? Perché si sono convertiti, ma non sono stati rigenerati: non sono nati di nuovo.

Essi hanno lasciato certe forme di peccato, hanno messo da parte la loro indifferenza o il loro disprezzo per le cose dello spirito, hanno dato il loro nome ed hanno prestato le loro opere a qualche denominazione, a qualche chiesa, ma non si sono dati a Dio.
Forse si potrebbe anche aggiungere che si sono convertiti alla chiesa, alla dottrina di qualche evangelista o predicatore, ma non sono nati di nuovo, non sono stati rigenerati.

Bisogna tener presente che: «se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio» (Giovanni 3:3).

Pundita Ramabai, ben nota dirigente cristiana, fu proprio una di queste persone di cui abbiamo parlato. Ella stessa ci fa conoscere la meravigliosa storia della sua conversione.

Abbandonando l’induismo ed altri sistemi religiosi del suo Paese, ella si convertì al cristianesimo, accettò il battesimo e scrisse il suo nome nel registro di una chiesa che frequentò fedelmente per ben otto anni. Aveva accettato pienamente la Bibbia e la riteneva come incomparabile modello di vita; ad essa conformava tutta la sua attività giornaliera.

Era una vera cristiana dunque? NO!
Ella stessa ce lo dice: non aveva fatto l’esperienza della nuova nascita. Non conosceva Cristo come suo personale Salvatore; aveva accettato il cristianesimo, non il Cristo del cristianesimo; aveva abbracciato la religione cristiana, ma non sapeva nulla della salvezza personale. Non era avvenuto in lei il vero cambiamento interiore; le sue azioni erano dettate da un senso di dovere, non dall’amore verso Dio.

Otto anni dopo la sua conversione, arrivò finalmente l’istante in cui si verificò davvero una trasformazione in lei.

Per la prima volta, ella si vide qual'era, cioè una povera peccatrice davanti a Dio; sentì di aver bisogno di un Salvatore; constatò che il suo spirito era morto ed aveva bisogno di essere vivificato dalla grazia divina. In quello stesso istante ella conobbe Cristo e Lo accettò come personale Salvatore. Era finalmente nata di nuovo. Non era più soltanto convertita, ma era rigenerata dallo Spirito Santo.

Ascoltiamo la testimonianza dalla sua bocca stessa:
«Avevo pensato che il ravvedimento e la decisione di allontanarmi dal peccato fossero una cosa assolutamente necessaria per ricevere la salvezza. Pensai che il battesimo fosse il mezzo per ottenerla e che, tramite esso, tutti i miei peccati venissero lavati e dimenticati da Dio. Per questo mi ero fatta battezzare nel Nome di Cristo. Nella mia mente c’erano ancora
idee provenienti dalla religione Indù.
Solo alcuni anni dopo la mia conversione, venni a sapere che avevo trovato la religione cristiana, ma non Cristo, ed io avevo bisogno di Cristo e non della religione cristiana.
Quando mi resi conto di ciò, si verificò in me un vero, grande mutamento di cuore».

Che ne pensi amico? Sei anche tu forse convertito, ma non ancora rigenerato? Conosci Cristo come tuo personale Salvatore?

Se non fosse così, ricordati che non potrai entrare nel Regno.
«Bisogna che nasciate di nuovo».

3. La Chiesa

Sai tu che non è facile unirsi alla Chiesa?

Lascia che mi spieghi meglio.

Immagina di voler entrare a far parte della famiglia reale. Pensi che basterebbe il tuo desiderio o qualche atto che tu potresti fare perché nelle tue vene incominci a scorrere sangue reale? No, di certo!

Per poter entrare a far parte di una famiglia reale di questo mondo, dovresti nascere in essa; allo stesso modo, per poter far parte della Chiesa, dovresti "nascere di nuovo".

Io non penso alla Chiesa cattolica, alla Chiesa ortodossa o protestante; non penso ad una Chiesa in particolare: penso alla Chiesa, cioè alla Chiesa, grande ed invisibile famiglia di Dio; al Corpo mistico di Cristo.
I membri di questa Chiesa sono in tutte le Chiese o denominazioni di questo mondo. Forse in alcune più che in altre, ma, si trovano sicuramente dappertutto.

La Chiesa di Dio è una grande famiglia e nessuno potrebbe entrare in essa senza nascere di nuovo.

Amico, sei nato nella grande famiglia di Dio? Sei davvero membro della Chiesa di Dio? Sei nato di nuovo?

Se pensassi di avere la salvezza per il solo fatto di avere il tuo nome nel registro di qualche chiesa, i tuoi piedi sarebbero su di un falso fondamento.

La chiesa non salva; nessuna chiesa salva. In questa terra non esiste una chiesa che abbia il potere di salvare quelli che sono iscritti nei propri registri.

Cristo solo ha questo potere.

«Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio... Bisogna che nasciate di nuovo » (Giovanni 3:3,7).

Ricorda bene questa verità: in cielo non ci sono cattolici, presbiteriani, metodisti, luterani, battisti, ecc.

Il diritto d’entrata in quel beato Regno viene dato dal sangue di Cristo: entrano soltanto i lavati nel sangue benedetto del Figlio di Dio; quelli che già possiedono la vita eterna.

Devi farti queste domande:

«Appartengo veramente sa Cristo?»;

«Il mio nome è scritto nel libro della vita dell’Agnello?»;

«Sono un peccatore salvato per grazia?»

4. L'ascetismo

Molti popoli praticano l’ascetismo. Gli uomini, rendendosi conto di essere dei poveri peccatori davanti a Dio e sentendo il peso schiacciante dei loro peccati, si propongono a una vita piena di penitenze, nella vana speranza di ottenere in tal modo la salvezza.

Molti abbandonano il mondo, i suoi piaceri, i suoi divertimenti e si ritirano nella solitudine dove trascorrono la vita in continua preghiera e mortificazione dei sensi.

Molti compiono dei faticosissimi pellegrinaggi, recandosi anche a piedi in luoghi lontani ed esauriscono le loro forze nel vano tentativo di ottenere da Dio la salvezza.

Non mancano quelli che martirizzano il loro corpo con cilici e catenelle, pensando in tal modo di liberarsi dai peccati e di piacere a Dio.

Tutti conoscono il "Vecchio Zio Vlas", personaggio del grande poeta russo Nekrasoff. Giorno e notte si sottopone a durissime penitenze; piange amaramente le sue colpe; si tormenta in mille modi.

Questa è la vita di chi si da all’ascetismo pensando di ottenere così la salvezza dell’anima.

Molti, però, restano insoddisfatti e tornano disperati al mondo che avevano abbandonato.

Si rendono conto che é impossibile ottenere la salvezza per mezzo delle proprie forze.

Oh, se conoscessero il piano semplice ed amoroso di Dio!

La loro ignoranza è quasi imperdonabile, perché la Parola di Dio è tanto chiara e semplice, che tutti possono conoscere il modo per ottenere la salvezza spirituale.

La Bibbia dice chiaramente che Cristo é morto per tutti gli uomini. Egli ha provveduto la salvezza per tutti i peccatori.

Cristo ha dichiarato apertamente che nessuno può salvare se stesso. Nessuna delle opere dell’uomo, anche la più generosa, la più eroica, potrebbe fargli conseguire la salvezza spirituale.

Dio non deve essere considerato come un terribile Moloc che deve essere placato con inaudite sofferenze.

Il nostro Dio é pieno di bontà e generosità, Egli è un Padre tenero e che ci ha amati fino al punto di mandare il Suo Unigenito.
Egli é sempre con le braccia tese verso il più umile dei peccatori e dice:
«Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori» (Giovanni 6:37).

«Se siete morti con Cristo - dice Paolo - agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (cose tutte destinate a perire con l’uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Quelle cose hanno, è vero, reputazione di sapienza per quel tanto che é in esse di culto volontario, di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore e servono solo a soddisfare la carne» (Colossesi 2:20-23).

L’apostolo parla qui a quei fedeli di Colosse che cercavano di perfezionare se stessi per mezzo delle buone opere.

Si deve tener presente che
«Dov’è remissione di queste cose: non c’é più luogo a offerta per il peccato» (Ebrei 10:18).

Paolo dichiara inoltre che:
«Iddio riconciliava con Sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli» (2ª Corinzi 5:19).

La riconciliazione non e, dunque, effetto di pratiche ascetiche o di opere di bene: essa ci viene offerta da Dio per l’opera compiuta da Cristo, Figliuolo di Dio.

L’opera del Calvario fu completa, fu perfetta.

5. Riti e precetti

Forse pensi che nessuno potrebbe essere salvato senza il battesimo.

Credo con tutto il cuore nel battesimo dell’acqua, ma non posso credere che esso sia necessario per la mia salvezza. Non vi sono dubbi su tale argomento: la Parola di Dio é chiarissima.

Se pensi diversamente, è evidente che non ricordi quanto scrisse Paolo in
1ª Corinzi 1:17: «Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare». Puoi pensare che Paolo, se avesse saputo che il battesimo era essenziale per la salvezza, avrebbe parlato in tal modo e avrebbe lasciato a metà la sua opera?

Immagina che un credente muoia prima di ricevere il battesimo. Quale sarebbe allora la sua sorte?

Ricordati che il ladrone che moriva al lato di Gesù non era stato battezzato, eppure proprio a lui Gesù disse:
«Oggi stesso sarai con Me in paradiso». Anche se non ci fossero altri esempi, basterebbe questo.

Ma tu potresti dire:

«Nel Catechismo è scritto che il battesimo ci fa membri di Cristo, figliuoli di Dio ed eredi del regno dei cieli».

C’e anche un altro Catechismo che definisce il battesimo come il «sacramento che ci fa cristiani, figliuoli di Dio, eredi del cielo e ci purifica dal peccato originale».

Conosco benissimo questi catechismi, ma so che essi sono stati scritti dagli uomini e non sono stati presi dalla Parola di Dio.

Tu potresti essere battezzato, purificato, ecc., ed essere ancora figlio del diavolo: riti e cerimonie non hanno alcuna relazione con la salvezza spirituale.

«Chi avrà creduto e sarà stato battezzato, sarà salvato» (Marco 16:16).

La cosa davvero importante é credere al Vangelo; senza di ciò, il battesimo non avrebbe alcun significato.

Nota che Cristo dice: «Chi non avrà creduto, sarà condannato», non «Chi non sarà stato battezzato».

Il battesimo acquista la sua importanza solo quando é preceduto dalla fede; solo allora esso è simbolo di due cose:

indica che l’uomo è stato «lavato dai peccati» (Atti 22:16);

che è morto e sepolto e che risorgerà con Cristo (cfr. Romani 6:1-6).

La fede è necessaria, anzi essenziale per la salvezza, mentre in nessuna parte della Scrittura troviamo il minimo accenno alla necessità del battesimo (1ª Corinzi 1:17; Atti 20:21).

Mai il battesimo precede la fede; se l’uomo capovolge l’ordine delle cose, non può farlo che a suo grave rischio spirituale.

«Ravvedetevi, - dice Pietro - e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo» (Atti 2:38).

«Ravvedetevi».

Questa esortazione comprende la fede, quella fede che deve precedere il battesimo.

Cessare di confidare nelle nostre opere morte per riporre in Cristo e nella Sua opera tutta la nostra fiducia significa, ravvedersi; significa ottenere la salvezza, cioè la liberazione dai peccati.

Senza il ravvedimento non si otterrebbe nulla.

Quale altro passo devi fare dopo esserti ravveduto?

Come dice il Vangelo, devi confessare i tuoi peccati, devi confessare la tua fede nel Signore Gesù Cristo. «E ciascuno di voi sia battezzato», dice Pietro.

La fede in Cristo é la condizione assolutamente necessaria per ottenere la salvezza.

Il battesimo non é che la confessione di quella fede.

Questo è l’ordine indicato e voluto dalle Scritture.

«Se uno non é nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Giovanni 3:5).

Come tutte le volte in cui si riferisce alla nascita spirituale, anche qui l’acqua significa la Parola di Dio (cfr. Efesini 5:26). «La fede vien dall’udire, e l’udire si ha per mezzo della Parola di Cristo» (Romani 10:17).

Nella Parola di Dio possiamo trovare un fatto che risolve una volta per tutte la questione del battesimo in rapporto alla salvezza.

Si tratta della conversione di Cornelio e della sua famiglia (Atti 10:43-48; 11:14-17).

Lo Spirito Santo era disceso su Cornelio e sui membri della sua famiglia; essi parlavano linguaggi sconosciuti, credevano, erano salvati, eppure solo dopo queste cose, furono battezzati.
«Può alcuno vietare l’acqua perché non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi stessi?», disse l’apostolo Pietro (Atti 10:47).

Infine, e questo è il punto più importante, ammettere che il battesimo sia la condizione necessaria per essere salvati, sarebbe andare contro l'insegnamento di Paolo.

Più e più volte, nel Nuovo Testamento, ci viene detto che la fede é la sola condizione richiesta per essere salvati. È una verità che viene messa nella massima evidenza; nessuno potrebbe dubitarne.

Sono migliaia quelli che hanno sperimentato in se stessi la "nu0va nascita", dopo aver considerato con attenzione i passi seguenti:
Atti 10:43; :13:39; 16:31; Giovanni 1:12; 3:14-18; 5:24; 6:47; Romani 1:16; 3: 19-26; 4:5; Galati 72:16; Efesini 2:8, 9; Filippesi 3:9.

Che cosa possiamo dire quando. lo stesso Dio testimonia che i nostri spiriti sono nati da Lui, e cioè che noi siamo Suoi figliuoli, sebbene non ancora battezzati?

La salvezza é frutto delle nostre buone opere o della grazia di Dio?

Non può essere dell’una e delle altre nello stesso tempo.

Paolo lo afferma con la più grande sicurezza, soprattutto in Galati e in Romani.
Egli scrive proprio per dimostrare chiaramente che la salvezza dell’uomo é unicamente opera della grazia di Dio.

In un punto dice testualmente:
«Non é in virtù d’opere, affinché niuno si glori» (Efesini 2:9).

Ora, anche il battesimo deve essere considerato come un'opera dell'uomo; lo è come il prendere parte alla Santa Cena, l'essere confermato, l’osservare la legge ed altre cose del genere.

Le buone opere hanno certamente un posto importante nella vita del vero cristiano, ma sono una conseguenza della salvezza: sono come il frutto di una bella pianta piena di vita.

L'albero morto non potrebbe dare mai dei frutti, e la fede senza le opere sarebbe morta ed inutile.

Il cristiano non opera il bene per essere salvato, ma perché é salvato; salvato mediante l'Opera compiuta da Cristo.

6. Mediazioni

Molti rendono alla vergine ed ai santi un culto particolare. Essi sperano nella loro intercessione presso Dio.

Hanno tanta fiducia nella mediazione di queste creature.

"Sono un grande peccatore - pensano - mi rendo conto di non poter essere salvato con le mie forze e neppure di poter vivere una vita cristiana ed onesta.
In cielo, però, ho dei mediatori e, per i meriti e l'intercessione di essi, spero di ottenere l'ingresso al Regno Beato. Essi pregheranno per me e le loro preghiere hanno un ascendente grandissimo sul cuore di Cristo."

Spesso chi ragiona in questo modo non vuole allontanarsi dai propri peccati e si culla nella vana speranza che qualcuno possa influenzare Cristo a suo favore.

Si pensa che le cose dello Spirito siano paragonabili alle cose di questo mondo e che anche per esse si possa fare affidamento sulla corruzione e l'influenza di qualche amico.

Iddio, invece, ci dice molto chiaramente che «non ha riguardi personali» (Deuteronomio 10:17), e che non accetta presenti.

Non può parlarsi di corruzione in queste cose; l’amicizia stessa di quanti sono vicini al Trono non servirebbe a nulla; la salvezza é una cosa personale.

Il peccatore non potrebbe mai ottenere il biglietto d'ingresso al Regno senza rivolgersi a Cristo ed accettarLo come suo personale Salvatore. «Nessuno però può in alcun modo redimere il fratello, né dare a Dio il prezzo del riscatto d'esso» (Salmo 49:7).

È Parola di Dio.

Solo Cristo può redimere il peccatore: le vergine Maria o i Santi non potranno fare nulla per lui.

Sono perfettamente inutili le invocazioni: «Salvateci!» o «Pregate per noi!».

Queste invocazioni non possono arrivare al Trono di Dio: solo per mezzo di Cristo, il divin Redentore, il peccatore può avere accesso al Trono della Grazia.

La Scrittura è tanto chiara: «In nessun altro é la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati» (Atti 4:12).
Ed anche:
«V’è un solo Dio ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo» (1ª Timoteo 2:5).

Nota, dunque, che non é la vergine o i santi che possono farci da mediatori presso Dio, ma solo Cristo.

Se abbiamo un Avvocato tanto potente, perché rivolgerci a chi certamente ha meno potere di Lui?

Non dobbiamo avere alcun timore; dobbiamo presentarci a Lui con i nostri peccati.

Egli non è un tiranno, non è come uno dei tanti sovrani della terra che difficilmente si lasciano avvicinare, ma é dolce, umile, mansueto, é l'amico dei peccatori e di quelli che hanno l'animo oppresso dal dolore e dalle necessità, le Sue braccia misericordiose sono sempre aperte.

La nostra esitazione, il rivolgerci ad altri, potrebbe significare sfiducia; andiamo direttamente a Lui.

7. Osservanza dei Comandamenti

Ammettiamo anche che un uomo possa osservare esattamente tutti i comandamenti di Dio. Questo suo sforzo, sebbene lodevolissimo, non gli farebbe conseguire la salvezza.

Lo abbiamo già detto: la salvezza è un dono. L'osservanza anche scrupolosa della legge sarebbe opera dell’uomo, opera che non conterebbe nulla davanti a Dio.

Ecco un uomo al quale restano solo pochi istanti di vita.

«Che cose debbo fare per essere salvato?», ti chiede con ansia.

«Osserva i dieci comandamenti di Dio», gli rispondi.

«Osservare i dieci comandamenti di Dio! - esclama egli - Ma io sto per morire e non ho il tempo per farlo!».

E sarebbe davvero ormai troppo tardi, ma, grazie a Dio, l'osservanza della Legge di Mosè non è che uno dei tanti falsi fondamenti.

Se la nostra speranza dovesse essere fondata sull’osservanza della Legge, quest’uomo sarebbe già condannato e, come lui, sarebbero condannati tutti gli uomini, poiché Gesù disse:
«Nessuno di voi mette ad effetto la legge» (Giovanni 7:19).
E, se pensi di poterlo fare tu, leggi con attenzione quanto viene detto in
Matteo 5:27, 28 e 22:34-40

Anche se potessi adempiere fedelmente tutti i precetti della Legge, ciò non ti apporterebbe alcun giovamento perché questa fedeltà alla Legge non potrebbe mai farti conseguire la vita eterna.

Sono molti quelli che possono dire: «Io non nomino il nome di Dio invano, non uccido, non commetto adulterio, non rubo, ecc.».

Iddio non ha promesso la vita eterna a chi fa, a chi osserva alcune cose.

Nota che la Scrittura dice: «Se fosse stata data una legge capace di produrre la vita, allora sì la giustizia sarebbe venuta dalla legge» (Galati 3:21).

Il versetto é molto chiaro; basta leggerlo con attenzione.

8. Preghiera e lettura della Bibbia

È difficile comprendere come possano esserci delle persone che credano davvero che, recitando delle preghiere e leggendo la Bibbia, possano ottenere la salvezza.

La preghiera e la lettura sono certamente cose buone, ma sono sempre opere dell’uomo, e nessuna opera umana può farci avvicinare di un solo passo a Dio.

In Giovanni 5:39,40 Gesù dice: «Voi investigate le Scritture, perché pensate aver per mezzo d’esse vita eterna».

Non è nelle Scritture che la vita eterna ha la sua base, ma nel Cristo delle Scritture.

Una cosa è leggere la Bibbia ed un’altra andare a Gesù.

Per quanto riguarda le preghiere ascoltiamo Gesu stesso: «Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti..., che divorate le case delle vedove e fate per apparenza lunghe orazioni» (Matteo 22:23 e Marco 12:40); ed aggiunge inoltre che «costoro riceveranno una maggior condanna» (Marco 12:40).

I Farisei erano famosi per la quantità di preghiere che recitavano, eppure sappiamo benissimo che queste non attiravano davvero su di loro le benedizione divine e la vita eterna.

9. Preghiera per i defunti

Anche se non riuscirò ad ottenere la salvezza in questa vita, la riceverò dopo morto.

Cosi pensano alcuni che si dicono cristiani.

Ma come possono sperare di ottenere dopo la morte quel che non hanno ottenuto in vita?

«La chiesa pregherà per le nostre anime» dicono essi.

Ci sono delle cerimonie e delle preghiere particolari per i defunti.

Molti hanno la persuasione Che possono tranquillamente godersi la vita, perché nel loro testamento lasceranno una bella somma per far celebrare delle Messe o dire delle preghiere in loro favore.

Quanti uomini d'affari che, durante la loro vita non hanno fatto altro che arricchirsi truffando il prossimo, in punto di morte pensano di ottenere la salvezza solo perché lasciano del denaro alla chiesa o a qualche altra Opera pia. Pensano in tal modo di essersi assicurati un posticino nel cielo.

Tutto ciò è contro il buon senso ed anche contro la più elementare giustizia.

Davanti a Dio non ci sono né ricchi, né poveri: tutti sono uguali, e, se fosse possibile ottenere la salvezza per mezzo di un buon lascito testamentario, quanti non potrebbero ottenerla!

Questa persuasione, inoltre, é anche molto dannosa perché spinge l’uomo a starsene tranquillo e a non curarsi della propria anima, mentre è in tempo.

Oltre a questo, nella Parola di Dio non troviamo alcuno fondamento per questo concetto errato.

Quando il ricco che si trovava nell’Ades invocò un po’ di sollievo, gli venne detto che fra lui e Lazzaro c’era un abisso insuperabile; nessuno dei due poteva attraversarlo (cfr. Luca 16:26).

Dio accetta ogni peccatore che si pente e e si volge a Lui con fede e sincerità.

Egli lo giustifica per la fede che egli stesso ha nel sangue prezioso del Signore Gesù Cristo.

Solo in questo modo l’uomo riceve da Dio il dono della vita eterna.

Non riposare, quindi, sulla vana, speranza che in qualche modo, dopo la tua morte, potrai ottenere il gran dono.

Tu devi pentirti adesso che sei in tempo e devi accettare Gesù Cristo come tuo personale Salvatore.

«Eccolo ora il tempo accettevole, eccolo ora il giorno della salvezza» (2ª Corinzi 6:2)

10. Fare meglio che si puó

Molti affermano di poter ottenere la salvezza «facendo meglio che possono», cioè vivendo più cristianamente possibile.

Dicono che, quando una persona fa tutto quel che è in suo potere per vivere bene, può ritenersi sicura di andare in cielo.

Ma non può essere un motivo di speranza neppure questo.

Vorrei porti una domanda:

«Nella tua vita non c’é stato neppure un caso in cui non hai fatto del tuo meglio?»

Penso che tutti dobbiamo, purtroppo, rispondere affermativamente.

Dunque, anche ammesso che si potesse ottenere la salvezza vivendo proprio nel miglior modo possibile, si vede bene che tutti saremmo perduti, perche tutti, qualche volta almeno, abbiamo mancato.
«Tutti quanti siam diventati come l’uomo impuro, e tutta la nostra giustizia come un abito lordato» (Isaia 64:6).

Nota che non dice: la nostra malvagità, la nostra bassezza, i nostri peccati, ma la nostra giustizia, cioè quanto di meglio è in noi.

Questo è come un abito lordato al cospetto di Dio.


Vorresti ricoprirti di un simile abito?

No, amico, ma cerca di ricoprirti con la giustizia di Dio e con il sangue prezioso di Cristo.